Tra i grattacieli di New York
Due figure volteggiano tra i palazzi: la Gatta Nera
sta faticando non poco a cercare di tener testa all’Uomo Ragno, che non la supera
unicamente perché impegnato a farle una ramanzina.
-Non riesco a credere l’hai lasciata scappare!
-Mi ha sbattuta contro un muro! Scusa se non ho
previsto che a casa di Kaine avrei trovato una donna-Lizard intenta a buttare
per aria mezzo appartamento!
-Si può sapere cosa ci facevi lì con Betty?
-Stavo conducendo un’indagine assieme alla tua
amichetta giornalista. Adesso quel mostro potrebbe averla uccisa o anche
essersela mangiata, per quello che ne so.
-Non è quello che mi preoccupa. Komodo è una testa
calda, ma non è un’assassina.
-Vuoi dire che la conosci? Cosa dico, certo che la
conosci, tu conosci tutti i pazzoidi della città.
-Non sono io che me li vado a cercare, Felicia.
-Se lo dici tu. Ma si può sapere dove stiamo
andando?
-A casa di Komodo. O meglio, della sua identità
civile.
-Per favore, dimmi che non hai avuto una storia con
lei... mi rovineresti il record di unica nemica dell’Uomo Ragno che se l’è
portato a letto.
-Komodo non è esattamente una nemica, e nel caso te
lo sia dimenticato, sono sposato.
-Nessuno è perfetto...
Marvel
IT presenta
#106 – La gatta e la lucertola
di Fabio
Furlanetto & Mickey
In un luogo
sconosciuto
Betty Brant ritorna lentamente nel mondo dei vivi. Ormai riconosce subito
quella sensazione di stordimento, quando riprende i sensi dopo essere stata
messo knockout dal criminale di turno. Chissà quante cicatrici salterebbero
fuori da una tac alla sua scatola
cranica. Ha perso il conto di quante volte le è successo e ogni volta non può
fare a meno di chiedersi quando si esaurirà la sua buona stella.
L'ebbrezza della novità sta nell'essere narcotizzata o meno, nell'essere
bendata o meno. Stavolta è lucida, ma con gli occhi coperti, e gli altri sensi
non sono di grande aiuto.
Basta un'attesa minima perché l'udito le faccia fare mente locale sul perché si
ritrovi in questo guaio.
-Uhm, ti sei ripresa prima del previsto, sei di fibra forte - rompe il silenzio
la voce di Komodo. -Sei in condizione di parlare?
-Sì - risponde la giornalista, dissimulando la bocca impastata.
-Bene: prima sbrigheremo questa faccenda, meglio sarà per tutte e due - e
chiude quella frase accarezzando con una falange dell'indice la sua guancia, un
gesto che le fa accapponare la pelle. -Ho bisogno di sapere tutto quello che
sai sulla ragnatela dell'Uomo Ragno e Peter Parker. Evidentemente ci stavi già
indagando per il tuo giornale, quindi condividiamo la conoscenza.
Betty prende un respiro profondo e decide di assecondarla, per il momento:
-Perché me lo chiedi? Pensi sia Peter il colpevole dell'omicidio dei
poliziotti?
-Parker? Neanche per idea, quello non farebbe male a una mosca. Ma è un
vero genio della chimica, ed il polimero adesivo che ha brevettato di recente è
straordinariamente simile alla ragnatela dell'Uomo Ragno.
“Ecco perché parlava di Peter prima di mettermi KO” pensa Betty, la cui
curiosità giornalistica sta già prendendo il sopravvento sull’interesse verso
la propria incolumità. Sapeva dell’invenzione di Peter, ma non avevo idea che
fosse così simile alla ragnatela.
-Allora pensi che qualcun altro abbia usato la sua formula per commettere
crimini?
-Non c'è bisogno di tirare in ballo altri colpevoli quando ce l'abbiamo sotto
il naso. – risponde enigmaticamente Komodo.
-Io sono sicura che né l'Uomo Ragno né lui stiano facendo un uso criminale
della tela. Per mia esperienza, qualcuno ha rubato la formula della ragnatela,
l'Uomo Ragno non farebbe mai niente del genere, a meno che non fosse
mentalmente controllato, e a New York non è da escludere. E' vero che il numero
di criminali fermati dall'Uomo Ragno ad Harlem... o meglio, da qualcuno che usa
la sua ragnatela... è aumentato e questo portava a fare due più due. Poi, però,
quei poliziotti sono stati soffocati. Credo che la situazione stia sfuggendo di
mano a chiunque ci sia dietro.
-Questo non esclude che il Ragno abbia venduto la formula all'omicida.
-Perché venderla adesso? L'Uomo Ragno la usa da, quanto, dieci anni? Mi sembra
di chiedermi se è venuto prima l'uovo o la gallina.
-Potrebbe averla creata Parker... ma essere stato costretto a non divulgarla
fino a poco tempo fa. O potrebbe aver deciso che era stanco di non averne i
meriti. E’ chiaro che c’è un collegamento tra quei due... lo sanno tutti che il
professor Parker scattava foto all’Uomo Ragno.
“Lo ha chiamato professore e non dottore. Che sia una sua studentessa?”
si domanda Betty, che ormai ha capito che Komodo non ha un vero piano e che sia
persa quanto lei.
Il suo istinto giornalistico non le lascia sfuggire l’opportunità di
prendere il controllo di questo stranissimo scambio di informazioni per tentare
un azzardo.
-Che cosa sai di Sha-Shan Nguyen?
-Mai sentita. Mica conosco tutte le vietnamite! Solo perché...
Komodo si ferma, sopprimendo l’impulso di aggiungere “solo perché sono
asiatica non conosco chiunque venga dallo stesso continente”.
-No, il nome non mi dice niente. E' collegata a questo caso?
Da quella brusca sterzata, da come stava per farsi sfuggire qualcosa, per Betty
è evidente che per la sequestratrice dev'essere la prima volta che rapisce
qualcuno e questo gioca a suo vantaggio.
-Potrebbe esserlo, non lo so ancora...
Appartamento di Melati Kusuma
La Gatta Nera finisce di forzare la finestra e sgattaiola
nell’appartamento, seguita dall’Uomo Ragno che non può fare a meno di
stuzzicare.
-Tanto per la cronaca, non voglio più sentire ramanzine sul rispettare la
legge e l’ordine dopo l’ennesima volta in cui mi chiedi di commettere una
violazione di domicilio, okay Ragno?
-Se non mi costringi a ricordarti che siamo qui per risolvere un caso e
non per portarti a casa dei souvenir.
-Pff. Come se qui dentro ci fosse qualcosa degno di essere rubato. –
sbuffa la Gatta Nera, guardandosi attorno: non è certo un appartamento di
lusso.
L’Uomo Ragno la fissa senza dire niente. Anche con la maschera che gli
copre completamente il volto, è sicurissima che stia alzando un sopracciglio.
-Scherzavo, dai! Lo sai che ho smesso di rubare da una vita!
-E sono sicuro che una scafata ladra d'appartamenti abbia l'occhio
clinico per trovare quello che serve senza compromettere l’identità segreta di
Komodo.
-Cortesia tra super-eroi?
-Qualcosa del genere, anche se non sono certo di poter definire Komodo
un’eroina.
-Se è un tentativo di farmela piacere, è un po’ tardi dopo che mi ha
stesa.
-Diamoci da fare.- taglia corto l’arrampicamuri, iniziando a setacciare
l’appartamento illuminato dalla luce proiettata dalla cintura del suo costume.
Anche lui è uno scienziato che traffica con sostanze segrete, dove
nasconderebbe qualcosa del genere in una casa così piccola? Il suo sesto senso
lo guida verso la piccola porta di un ripostiglio, dietro cui si disvela la versione high tech del Piccolo Chimico.
-Bingo - esclama, anche a beneficio della sua partner, che presto accorre.
-Un contadino aveva un cane e si
chiamava... - canticchia a bassa voce Felicia, dando un'occhiata dalla
soglia.
Sotto la luce rossastra della sua ragno-torcia, inizia a rovistare nel banco da
lavoro. Il suo cuore trasale quando trova una sua cartuccia per il fluido.
L'occhio cade su un blocco d'appunti ante
litteram, per leggere il quale prende in prestito la più pratica torcia
della Gatta, strappandogliela di mano con un gesto casuale.
-Ehi, dove sono finite le tue buone maniere da bravo ragazzo? Non ti riconosco
più.
Continua a ignorarla - questa storia dell'ex che è ex del suo clone deve
pesargli più di quanto voglia ammettere - e sfoglia compulsivamente i fogli
tappezzati di formule e appunti che un addetto ai lavori come lui legge come se
fosse comune inglese. Il suo animo geek
gli fa venire l'acquolina in bocca durante la lettura.
-Incredibile. Credo sia ben lontana dal poter duplicare la ragnatela, ma
penso che abbia trovato il modo per dimostrare che la ragnatela usata per
uccidere quei poliziotti non è la mia.
-Quindi non è stata la tua assistente ad ucciderli? – chiede Felicia.
L’Uomo Ragno si volta, per vedere che la Gatta Nera sta esaminando i documenti
estratti da un portafoglio: quando se ne accorge, gli mostra un pass con la
foto di Melati.
-Ti avevo chiesto di rispettare il suo segreto – la redarguisce,
strappandole il pass dalla mano; lei non ci fa troppo caso.
-Immagino sarebbe stato fuori tema per un rettile usare la ragnatela. Ha
detto alla Brant di avere prove che l’Uomo Ragno ha rubato la formula a
Parker... accidenti se suona strano parlare di voi due come se foste persone
diverse... quindi forse si basa su questi appunti.
-Melat... Komodo non ha un’altissima opinione degli eroi in
costume, ma penso che a modo suo ammiri il dottor Parker. Se lavorassimo
assieme, forse potremmo trovare i veri colpevoli, ma devo assolutamente
trovarla prima che riveli troppe cose a Betty.
-Quali cose? Non sa niente, vero?
-No, ma Betty è un’ottima giornalista. Potrebbe dirle qualcosa che
comprometterebbe la mia identità segreta.
-Dimenticavo che tutto il dramma dell’identità segreta è uno dei motivi
per cui ci siamo lasciati. E poi se dopo tutto questo tempo non l’ha capito non
può essere questo gran genio...
-Se hai finito di prendere in giro i miei amici, miss investigatrice privata,
potresti farti venire in mente un modo per rintracciare Komodo.
-E’ la tua assistente. Davvero non ti viene in mente nessun posto dove
cercarla?
-Non andrebbe mai all’università, e non mi impiccio della vita privata
dei miei studenti – ammette l’Uomo Ragno, riguardando il pass che tiene ancora
in mano.
E sotto la maschera sorride.
-Forse un’idea ce l’ho...
Poco più tardi
Felicia Hardy si è trattenuta lungo tutto il tragitto in cui ha seguito
l'Uomo Ragno di tetto in tetto, poi da brava donna non si contiene più proprio
in dirittura d'arrivo, quando la sua guida sta evidentemente rallentando per
fermarsi.
-Non ti ho chiesto dove stiamo andando, perché stasera stai facendo
l'antipatico.
-Scusami, ero sovrappensiero. Mi sono ricordato dove lavorava Connors ai tempi
in cui... Melati... era la sua assistente.
-Sei tutto cervello. Certo che la città è piena di laboratori e magazzini in
disuso, eh?
-Me lo chiedo sempre anch'io, sai? - le concede.
Atterrati sul tetto di uno stabile abbandonato, gattonano verso un lucernario
che prontamente la Gatta Nera riesce ad aprire con i suoi artigli e con le sue
competenze di famiglia. La donna sta per calarsi giù quando il braccio teso del
tessiragnatele la blocca e lo riabbassa.
-E’ meglio se vado io.
-Per quale motivo? Hai detto che Komodo non è un’assassina, ma è te che
detesta.
-E’ anche veloce quanto Lizard e quasi altrettanto forte.
-So cavarmela. – controbatte la Gatta Nera, che in tutta risposta estrae
gli artigli metallici dal guanto e li usa per spaccare la serratura con un
rapido movimento.
-Lo so. Ma hai mai affrontato Lizard? I suoi artigli fanno sembrare i
tuoi dei giocattoli. Ed anche se riuscissi a colpirla, guarirebbe quasi
all’istante.
-Non cambi proprio mai, Ragno – risponde lei con un sospiro esasperato.
-In che senso?
-Non hai mai rispettato le mie capacità, neanche quando stavamo assieme.
Non sarà che hai un pregiudizio contro gli avventurieri senza super-poteri?
-Da quando in qua voler tenere qualcuno lontano da una lucertola
assassina alta un metro e novanta è un pregiudizio!?
-Devi sempre essere quello che rischia la vita per primo. Non lascerò che
anche tu mi metta da parte perché non vuoi che mi faccia del male.
-“Anche tu”? Cosa... ah, ora capisco da dove esce questa ramanzina. E’
per questo che hai rotto con Kaine, vero? Voleva che la smettessi di cacciarti
nei guai?
-Voi ragni siete tutti uguali – risponde lei con stizza, spalancando il
lucernario. L’Uomo Ragno si avvicina per afferrarle il polso, ignorando il
Senso di Ragno fino a quando lei non lo graffia.
La Gatta Nera si precipita all’interno del laboratorio, mentre lui ferma
il sangue con un raffazzonato cerotto di ragnatela.
-Ottima idea, Spidey. “Ma sì, facciamo un team-up in onore dei vecchi
tempi, cos’è il peggio che potrebbe capitare”? – dice a se stesso,
inseguendola.
Atterrati con passo felpato, con un cenno di ritrovata complicità i due
intraprendono due direzioni diverse.
Ed è così che ben presto la Hardy si imbatte in Betty Brant, ancora legata e
bendata in un angolo buio.
-Sei... tu?
-Sono la Gatta Nera. Non so se corrisponde al "tu" che ti aspettavi -
cerca di farla sorridere, mentre slaccia il nodo della benda e le ridona la
vista.
-No, ma... va benissimo così.
-Stai bene? Ti ha fatto del male? - si accerta mentre taglia i legacci con gli
artigli.
-No, abbiamo parlato... civilmente.
-Mi spiace non essere riuscita a fermarla prima. Dov'è adesso Komodo?
-Ha sentito un rumore all'esterno e se n'è andata, non so se è ancora nei
paraggi, stai attenta.
-C'è Testa-di-tela con noi, tranquilla.
Intanto il lupus in fabula sta esplorando il resto del laboratorio
abbandonato. Mentre riguarda quelle strumentazioni familiari, in cerca di nuovi
indizi e minacce, Peter non può fare a meno di ripensare a quando Curt Connors
era il suo punto di riferimento per quello che sarebbe potuto diventare da
scienziato. Ogni volta si sono illusi di esserne liberi e poter fare la
differenza, ogni volta Lizard ha mandato in fumo tutti i piani, tutto il
potenziale di un genio che avrebbe potuto far far balzi in avanti alla
medicina, se solo gli fosse stato permesso di lavorare in serenità per un arco
sufficiente di tempo.
Poi, il Senso di Ragno.
Un sibilo.
Komodo sta attaccando alle spalle e l'Uomo Ragno evita per un soffio che gli
venga maciullato il deltoide.
-Che ci fai qui?!
Melati non attende una risposta per bissare l'attacco, balzando nella direzione
in cui l'intruso sta sgusciando via.
-Oh, mi dispiace, forse ho ritoccato troppo la mia foto profilo di Tinder!?
Il tessiragnatele si arrampica sul muro, verso il tetto, nel tentativo di
sfuggirle.
-Però siamo in due, dai: confessa di aver usato il filtro anti-squame!
Komodo cerca di afferrarlo per una caviglia, invano, dopodiché inizia a
seguirlo conficcando gli artigli nella parete. L'Uomo Ragno fa così una
capovolta all'indietro per ritrovarsi alle sue spalle.
-Non puoi evitarmi per sempre! – grida lei, cercando di colpirlo con la
coda e mancandolo per un soffio.
-Continuerò finché posso. E fidati, se c’è un esperto nell’evitare i
problemi, quello sono io.
-Problemi come imbrogliare il Dottor Parker!?
-Non so come ti sei messa in testa un’idea del genere.
-Guarda che so tutto quanto! Parker ha ideato la ragnatela e tu gliel’hai
rubata! E adesso ti sei messo a venderla a gente che uccide i poliziotti! –
risponde lei, continuando l’assalto: l’Uomo Ragno deve concentrarsi non poco
per poterla evitare, aiutato dal metodo impulsivo degli attacchi.
-Komodo, faccio questo lavoro da abbastanza tempo da capire che questa
per te è una questione personale. Conoscevi quei poliziotti? O qualcun altro
che è stato ferito?
-Conosco il Dottor Parker!!! – dice Komodo cambiando strategia:
scagliandogli contro un microscopio elettronico abbastanza pesante da
spaccargli il cranio, se solo lo colpisse.
-Sì, anche io. Mai sopportato quel tipo.
-E’ la prima persona a trattarmi da essere umano da quando sono diventata
COSI’!!! – grida lei, questa volta riuscendo ad afferrarlo per una caviglia con
la coda.
Lo sbatte contro il muro con abbastanza forza da far tremare la stanza,
per poi avvinghiare la coda attorno al suo petto e a stringere sempre di più.
-Non è un opportunista come te! Ho già visto Connors rovinarsi la vita da
solo, non ti lascerò trascinare Parker nel fango!
Gli artigli di Komodo si avvicinano alla maschera dell’Uomo Ragno,
fermandosi un centimetro prima di affondare nella carne.
-Non sei un’assassina, vero? Sei una brava persona. E lo è anche Parker.
Molto più di quanto io lo sia mai stato.
-Se pensi di potertela cavare a parole...
-La ragnatela è sua, lo è sempre stata. Quella originale, quella che ho
usato per anni, non quella che qualche bastardo sta usando per uccidere della
brava gente.
-Tu... lo ammetti?
-Voglio catturare quei maledetti. Non mi importa che infanghino il mio
nome, ho già fatto abbastanza perché la gente mi odi. Ma neanche io voglio che
il nome di Parker sia collegato a tutta questa faccenda.
-Perché dovrei crederti? Sei già stato accusato di aver ucciso dei
poliziotti in passato! Come faccio a sapere che non stai mentendo per salvarti
la vita?
-Perché non ne avrei bisogno – risponde l’Uomo Ragno, gonfiando il petto
ed allargando le braccia: i muscoli sotto il costume sono visibilmente sotto
sforzo, ma riesce a liberarsi dalla stretta della coda di Komodo. Muovendosi
troppo rapidamente per i suoi riflessi, riesce a tessere una ragnatela diretta
verso di lei... mancandola deliberatamente di pochi centimetri.
Lei capisce all’istante che, se solo lo avesse voluto, avrebbe potuto
immobilizzarle gli artigli.
-Hai del potenziale, ma non sei Lizard e non stai ragionando. Avrei
potuto metterti al tappeto prima che ti accorgessi della mia presenza. Ma
lascia che te lo dica un esperto del settore, le battaglie tra eroi causati da
un fraintendimento sono passate di moda.
-Non sono un’eroina! E ancora non mi hai convinta del tutto non aver
mentito...
-Ha convinto me. – interviene Betty, accompagnata dalla Gatta Nera.
-Non pensavi davvero che ti avrei lasciato tutto il divertimento, vero
Ragno? – dice Felicia.
-Lo sapevo che era un trucco! Posso combattere tutti e due – insiste
Komodo, preparandosi ad un’altra battaglia.
-L’Uomo Ragno non ti ha mentito. Ha salvato la mia vita e quella di Parker
in passato; dagli una chance ed arriverete in fondo a questa faccenda. Non
credo tu sia una cattiva persona, Komodo; se l’Uomo Ragno è disposto a darti
una chance, dovresti fare lo stesso.
-In caso contrario, io sono sempre pronta per un po’ di azione. –
aggiunge la Gatta Nera.
Komodo sembra essersi calmata e finalmente ritrae gli artigli.
-Domani notte. Dove ci siamo scontrati la prima volta. – dice all’Uomo
Ragno, per poi sgattaiolare fuori dal laboratorio.
-Che razza di... ti sei tenuto tutta l’azione per te!? – protesta la
Gatta Nera.
-Ho passato anni a tormentarmi per non aver agito quando avrei dovuto;
non avrei evitato di intervenire se non fossi stato certo che fosse la scelta
migliore. Komodo aveva solo bisogno che qualcuno la facesse ragionare, non di
essere presa a cazzotti.
-Credi che adesso ti aiuterà nelle indagini? – gli chiede Betty.
-Credo di sì. Un tempo mi avrebbe dato fastidio non poter fare da solo...
immagino di essere cresciuto.
-Non abbastanza da lasciare a me qualcosa da fare – protesta la
Gatta Nera.
-Hai intenzione di continuare a tormentarmi con questa faccenda per un
pezzo, non è vero?
-Solo se mi fai partecipare alle indagini. Di quel Parker non potrebbe
importarmene di meno, ma anche a me non piace che si rovini il tuo nome.
-A proposito di Parker... penso che io e tu dovremmo scambiarci due
parole – dice Betty.
Il Senso di Ragno non scatta, ma un brivido percorre comunque la schiena
dell’arrampicamuri.
Appartamento di Betty Brant
Con ultimo volteggio l'Uomo Ragno e la sua ignara ex fidanzata atterrano
sul tetto del suo palazzo. -Woh. Dovremmo farlo più spesso per farmi mantenere
in linea: con la nausea che mi ritrovo, non toccherò cibo.
-Non ne hai bisogno- le fa un complimento. Si chiede perché è gentile con lei e
invece è acido con Felicia. Ma riflettere troppo a lungo sulla possibilità che
sia geloso del proprio clone è una delle cose che può felicemente posporre.
Sulla soglia di casa, la giornalista si sporge per dargli un bacio sulla
guancia, attraverso la maschera.
-Grazie. Per tutto.
-Dovere. Ascolta, io sono un paladino del primo emendamento ma... in nome di
tutta la nostra storia comune, posso chiederti di non scrivere nessun servizio
su quello che è successo stanotte? Komodo non ha bisogno di far parlare di sé,
non ancora perlomeno.
-Ci ero arrivata da un pezzo, lo sai? – chiede Betty.
-Credevo che fino a ieri non avessi idea che Komodo esistesse.
-Parlo di Peter Parker.
-Betty, io, ah, non so davvero di cosa...
-Il modo in cui sei sempre coinvolto nella sua vita è stato un grosso
indizio. All’inizio pensavo aveste un accordo per fargli scattare le tue
foto... ma non ha mai avuto senso, perché non avresti continuato a permettere
che JJJ le usasse su articoli contro di te. Finché non ho provato a scrivere un
articolo sui primi criminali che hai catturato... e non ho scoperto che il
primo è stato l’uomo che ha ucciso lo zio di Peter.
-Davvero? Piccolo il mondo. E’ passato tanto di quel tempo...
-Ho anche pensato che tu e Peter foste la stessa persona, per quanto sia
ridicolo. Ma questa faccenda della ragnatela... adesso torna tutto. Ti ha dato
la formula perché hai fatto arrestare l’assassino di suo zio, e tu non hai mai
obiettato all’uso che faceva delle foto perché ti sei sempre dato la colpa di
non aver impedito l’assassinio.
-Hai davvero una fervida immaginazione, Betty. Ti rendi conto che, anche
se fosse tutto quanto vero, non ammetterei mai niente di quello che hai detto,
vero?
-Ovviamente. – risponde Betty con un sorriso, osservando l’Uomo Ragno
saltar giù dal cornicione ed allontanarsi aggrappato ad un filo di ragnatela.
Quando l’eroe è scomparso dietro agli edifici, Betty si allontana per
estrarre da un cassetto una vecchissima foto. Scattata negli uffici del Daily
Bugle, mostra una ben più giovane Betty stretta ad un Peter Parker ancora con
gli occhiali.
-In fondo, chi si inventerebbe una storia del genere?
CONTINUA